Restituire all’edilizia il ruolo di traino dell’economia. L’impegno delle imprese è investire in aggiornamento e nuove soluzioni, sia per i materiali che per le tecniche. Le associazioni potrebbero fare di più per porre in luce le aziende virtuose. L’analisi di Paolo e Gianantonio Bordignon

Testata: “DOSSIER VENETO”

Anno / Numero: 2011

Data: Dicembre 2011

La crisi dell’edilizia, generata dalla saturazione del comparto immobiliare, ha spinto molti degli operatori del settore a spostare l’attenzione nelle costruzioni private e, soprattutto, in quelle pubbliche. L’effetto è stato quello di un surplus di offerta rispetto alla domanda. Realtà artigianali di modeste dimensioni si sono così trovate a poter provare a competere con ditte strutturate che operano a livello nazionale. Di conseguenza, soprattutto nell’ambito dei lavori privati – anche questi in netta diminuzione – la concorrenza non ha più conosciuto regole. Nel settore degli appalti, inoltre, i ribassi dei prezzi hanno toccato i livelli tali da tagliare fuori qualsiasi competitor. “In questo scenario – dice Paolo Bordignon – la strategia della nostra società è stata quella di tirarci fuori dal polverone. Abbiamo selezionato i committenti privati fra quelli che puntano alla qualità del prodotto e non al prezzo più basso e, per il settore pubblico, ci siamo spostati verso zone di mercato “meno stressate” dalla concorrenza, magari geograficamente lontane dal nostro territorio, ma dove la qualità del lavoro fosse messa in primo piano. Al contempo abbiamo potenziato le nostre competenze, puntando sulla specializzazione delle nostre squadre e investendo in attrezzature di nuova generazione”. La Costruzioni Bordignon è un’azienda giunta alla terza generazione, oggi rappresentata dai fratelli Paolo e Gianantonio Bordignon, figli di Aronne, che prima di loro ha guidato l’impresa. Fino a pochi anni fa buona parte del fatturato era dato dalla costruzione e vendita in proprio di edifici residenziali e industriali. Adesso il cuore business dell’azienda si è spostato verso l’edilizia pubblica.

Attualmente su quali tipologie di progetti vi state concentrando?

PAOLO BORDIGNON “Da anni stiamo sviluppando progetti di bioedilizia, ecosostenibilità, comfort acustico e risparmio energetico applicando le certificazioni Leed, anche sperimentando nuovi materiali e nuovi sistemi costruttivi che diano sempre più comfort e benessere. I risultati ottenuti ci hanno dato grandi soddisfazioni e sono state apprezzate dalla committenza, anche per la nostra capacità di garantire un rapporto equilibrato fra la qualità e il prezzo. Abbiamo lavorato per opere industriali, civili, restauri, infrastrutture, opere speciali e contract. Forti di queste esperienze, partecipiamo spesso a gare d’appalto pubbliche del tipo “Economicamente Vantaggiose” che possono prevedere anche la progettazione dell’opera, premiando l’organizzazione dei lavori, la qualità e il rispetto dei tempi di consegna. In questo caso la differenza la fa lo staff tecnico”.

Su cosa dovrebbero fare leva le amministrazioni locali per favorire la crescita e la tutela del comparto edile?

GIANANTONIO BORDIGNON “Secondo noi le amministrazioni e le associazioni di categoria dovrebbero creare un sistema a graduatoria che premi le aziende più meritevoli. Con meritevoli intendo quelle che riescono a garantire una storia che le contraddistingue per un basso numero di contenziosi, per una tradizione di attenzione al tema della sicurezza nei cantieri, che hanno cura nella scelta dei subappaltatori e che investono nella ricerca, nello sviluppo e nella tecnologia. Un’iniziativa di questo tipo rappresenterebbe certamente uno stimolo per le imprese serie che già lavorano con coscienza e dedizione e un disincentivo per le realtà improvvisate o di pura speculazione”.

La vostra realtà si regge su una lunga tradizione di imprenditoria edile. Quali sono stati, negli ultimi anni i passaggi, le evoluzioni fondamentali, che più di tutti hanno mutato il vostro settore?

P.B. “La nostra famiglia è nel settore edile da oltre cento anni. Dunque ha vissuto tutti i mutamenti che si sono succeduti nel corso del secolo scorso nel mondo delle costruzioni. in realtà i veri passi da gigante sono stati fatti negli ultimi vent’anni e maggiormente a partire dal 2000 in poi. Il settore è riuscito a trasformare l’edilizia da un comparto altamente tecnologico, talvolta prefabbricato e sicuramente informatizzato. Questo ha reso il lavoro meno faticoso, meno pericoloso, più veloce, anche però meno personalizzato. Noi abbiamo cercato di cogliere quanto di buono c’era nelle innovazioni, conservando però quello che c’era di valido nella tradizione”.

Quali i principali risultati raggiunti nel corso dell’ultimo biennio’

G.B.“Il 2010 per noi è stato un anno certamente positivo, soprattutto se rapportato allo scenario di crisi globalizzata. Abbiamo acquisito commesse importanti e sicure dal punto di vista delle garanzie economiche. Mentre le opere portate a compimento ci hanno dato un margine per dare solidità e sicurezza all’azienda. Complessivamente il fatturato è cresciuto come gli anni precedenti. L’avvio del 2011 ha seguito la scia del 2010, anzi, nel primo semestre siamo cresciuto più che nello stesso periodo dell’anno precedente”.

Quali sono state, se ve ne sono state, le principali criticità?

P.B.“Sicuramente la fragilità finanziaria che ci circonda e l’indebitamento generale hanno allungato in modo drastico e ormai insostenibile i pagamenti. Riceviamo i pagamenti non più dopo mesi, ma addirittura a distanza di anni. Al contrario abbiamo spese con cadenze mensili, come quelle per il pagamento della manodopera – che rappresenta il 40% del bilancio – o l’acquisto di materie prime – un altro 30%. Purtroppo, in questa fase, il principale risultato per qualsiasi imprenditori è limitato a riuscire a tenere in piedi l’azienda, seguendo la possibilità di mantenere l’organico e di ricavare un minimo di utili”.

SALVATORE CAVERA