Memoriale della Grande Guerra, recuperati antichi affreschi

Testata: “IL GAZZETTINO”

Anno / Numero: 2017

Data: 09 Luglio 2017

MONTEBELLUNA – Il più suggestivo è il salone centrale al primo piano, con i due grandi finestroni che si aprono da un lato sul poco romantico spettacolo dei capannoni di Biadene dall’altro sul Montello. Il soffitto conserva splendidi affreschi, che raccontano il dramma della peste ma soprattutto la vittoria sul male. A lato, un impietoso strato d’intonaco li ha coperti, ma qua e là filtrano i tesori che il restauro metterà in luce. Tutta la seicentesca villa Pisani è consunta dagli anni e da interventi a tratti impietosi. Quella villa diventerà invece nell’arco di un anno o poco più, grazie ai lavori della ditta “Bordignon“, cui ieri Marzio Favero ha consegnato il cantiere, l’immagine di una “Montebelluna come città europea della memoria”. E, con cinque milioni e mezzo di euro, scompariranno il nero frutto dell’incendio del 1991, i danni della tromba d’aria del 1986, quei resti fatiscenti di impianti elettrici pericolosi, lampadari gettati in un angolo, scale pericolanti, ciottoli e buchi disseminati per lasciar spazio ad un memoriale della Grande Guerra. Che dal presente partirà e al presente tornerà, in una sorte di percorso circolare, come circolare è quello storico. “Ci saranno pochissimi pezzi scelti, che otterremo dai collezionisti e che siamo intenzionati a far ruotare” spiega Marzio Favero che ieri ha confidato come i lavori alla villa realizzino un sogno coltivato da ben prima di diventare sindaco. “Il memoriale non è però un museo e l’importante sarà la ricostruzione di un dramma, con l’obiettivo di demistificare la retorica bellica e mostrare l’attualità della memoria”. Villa Pisani, però con il suo teatro, il ristorante, l’enoteca diventerà anche il cuore pulsante di un quartiere. E quanto la città tenga al restauro è stato testimoniato ieri dalle almeno 200 persone che hanno sfidato il caldo per esserci. E’ una tappa epocale. Per Biadene, ma non solo. E la prima a dirlo è stata la senatrice Laura Puppato, cui  Favero ha chiesto un aiuto per un ultimo “spicchio” di restauro. Oltre la politica, in nome di una città.

L. BON