Ieri la prima apertura a un pubblico di addetti ai lavori della dimora storica. Il sindaco: “Qui il nuovo cuore culturale della città, riferimento per il Montello”

Testata: “LA TRIBUNA”

Anno / Numero: 2018

Data: 30 Settembre 2018

MONTEBELLUNA  – Restituito alla città un tesoro: così ieri il sindaco Marzio Favero ha definito villa Correr Pisani in cui sono terminati i lavori strutturali e sono in corso il completamento degli allestimenti e il restauro degli affreschi scoperti durante il cantiere.

LA “PRIMA” – Ieri la dimora storica è stata aperta al pubblico per qualche ora da Bordignon srl, l’impresa che ha eseguito i lavori di restauro e sta completando gli allestimenti, per mostrare ai professionisti del settore quanto era stato eseguito nel vasto complesso che si trova ai piedi del Montello. Irriconoscibile rispetto a prima, quando ormai rischiava di diventare inutilizzabile. Sarà aperta definitivamente il 3 Novembre con la funzione di Memoriale della Grande Guerra.

GLI AFFRESCHI SVELATI – Nel salone centrale del piano nobile sono tornati definitivamente alla luce gli affreschi del Moretti che erano stati coperti di fuliggine dopo un incendio. Si sta lavorando al restauro di affreschi del ‘500 in una saletta laterale e di altri affreschi degli inizi del Novecento scoperti in un’altra saletta, le pareti sono state tutte rinforzate e dipinte.

GLI SCHERMI – Domina il colore nero nei rivestimenti e dominano grandi schermi, tra cui uno tutto circolare, dove saranno proiettate le immagini che racconteranno le fasi del Novecento, perchè sarà un Memoriale basato non sull’esposizione di oggetti ma su uno schema interattivo. Un lavoro complesso, che la Bordignon ha portato a termine nel tempo record di un anno con lavori per 5 milioni di euro. “Sei anni fa si diceva che era una chimera pensare di recuperare Villa Pisani”, dice il sindaco Marzio Favero, “Invece ce l’abbiamo fatta. Questo è il cuore storico e culturale di Montebelluna che viene ora restituito ad una città che non è solo impresa ma anche cultura. Ed è una soddisfazione doppia perchè dai lavori è emerso un valore ancora superiore di questo complesso. Sono emersi affreschi cinquecenteschi, ottocenteschi e del primo Novecento. Sarà un motore storico-culturale-turistico assieme agli altri luoghi del Montello che i vari comuni hanno o stanno recuperando. Spetta poi ai privati raccogliere la sfida in chiave turistica”.

L’IMPRESA – Soddisfazine anche da parte dell’impresa che ha portato a termine un lavoro così complesso in tempi record. “E’ stato indubbiamente un intervento complesso a causa del vincolo monumentale”, precisa Paolo Bordignon, “ma grazie alla collaborazione con i tecnici del Comune e con la Sovrintendenza siamo riusciti a portarlo a termine nei tempi previsti”. Gli spazi interni saranno allestiti in modo da raccontare le varie epoche collegabili alla Grande Guerra, in un sistema flessibile. Ma ci sarà anche un ristorantino e in una ala è stata ricavata una foresteria con alcune camere. Sul lato a est della villa è stato sistemato un giardinetto con un capace parcheggio, c’è poi a nord-est un grande prato che in prospettiva può essere anche luogo di spettacoli, come lo spazio a nord, quello che ha una quinta naturale di alberi a delimitarlo il Montello.

L’ALLESTIMENTO. Un viaggio unico dalla Belle Epoque a fine guerra. Il primo salone a ovest racconterà della Belle Epoque e delle cause del conflitto. Quindi nello scalone che porta al primo piano saranno proiettati audio-video dei discorsi dei capi di Stato sull’inizio della guerra. Quindi si entra in una sala incentrata sulla guerra reale, anche in riferimento agli scenari territoriali dell’area auropea, quella veneta ma anche più specificatamente del Montello, del Grappa e del Piave. In un’altra sala sarà allestito un quartier generale, in altre sale saranno approfonditi i temi della comunicazione, della propaganda, dell’ideologia dell’epoca, dei movimenti di massa, del grande impulso tecnologico dato dal primo conflitto mondiale: radio comunicazione, chimica, trasporti terrestri, marini e aerei, sviluppo della medicina castrense, ed infine eros e thanatos in una saletta riservata agli adulti.

ENZO FAVERO